La tregua

Ho un problema. Mi sono profondamente innamorato della Nottetempo.

Nel giro di un paio di mesi ho infatti letto quattro libri pubblicati da questa casa editrice. O meglio, ne ho letti tre e sto leggendo il quarto (Ovunque, proteggici che si sta rivelando un capolavoro assoluto!). E questi quattro libri sono uno più bello dell’altro. E se su quattro libri che ho, quattro sono belli… beh, allora mi tocca mettere in whishlist tutto il catalogo!

Dov’è il problema, dite? Beh, il problema è che sono già sposato, e quindi non posso ‘ufficializzare’ il mio amore convolando a nozze con questa casa editrice.
Vabbè, opterò per un amore clandestino…

Che, tra l’altro, è un po’ quello che succede ne La tregua.

Ne La tregua c’è questo protagonista, Martín Santomé, un uomo che sta per compiere cinquant’anni, che tiene un diario su cui annota la sua esistenza mediocre. Anzi, no. Non mediocre. La sua esistenza comune.
Sta aspettando di andare in pensione. Ha tre figli grandi. È vedovo. Lo è da molto tempo.
All’improvviso si innamora della giovane Laura Avellaneda, una sua nuova impiegata che ha l’età di sua figlia, e la sua vita cambia. Ma non cambia nelle azioni quotidiane (sì, certo, pure in quelle, ma non poi così tanto), quanto piuttosto cambia dentro, nello spirito.
I due si mettono a vivere non una vera e propria relazione clandestina, ma comunque un qualcosa di estremamente privato, intimo.

La tregua è un romanzo-diario che incanta per la sua semplicità.
Quello che scrive è un uomo qualunque.
Ho trovato in giro, in alcune recensioni, la parola mediocre. Ma non è mediocre, secondo me. È un uomo come tanti. È un uomo come me. Che vive una vita fatta di lavoro e di famiglia. Che lavora per vivere, e non vive per lavorare. Che sogna l’ozio, anche se non sa bene cosa farsene. Che soffre per i figli, ma che allo stesso tempo gli risultano quasi estranei.
È un uomo che è arrivato a un punto della vita in cui ha ormai vissuto cose belle e cose brutte. Pensa sia tutto finito. Ma non è così.
C’è la felicità in agguato.

Ecco, anche in Nidi di rondine, altro titolo Nottetempo letto da poco, c’è quest’idea della felicità che arriva all’improvviso, quando non la si aspetta più, quando non si è più in grado di riconoscerla.
Non è forse così per tutti?

Il protagonista non la definirà felicità. La chiamerà tregua.
Ma non è proprio questa, la felicità? Una tregua dal vivere normale e un po’ sofferente?

Penso sia anche un romanzo sul cambiamento. Su come il tempo sappia cambiare i nostri punti di vista. L’amore, per esempio. Santomé ne vive due, uno in gioventù e uno ora. E sono due amori così diversi, sebbene ugualmente intensi.
Ecco. La tregua è un libro che racconta di come il tempo sappia farci evolvere. E, attenzione, non sempre si evolve in meglio, ma così si spera.

Sono rimasto davvero molto colpito da questo testo.
Sa raccontare di una vita qualsiasi con una grande scrittura. Sa donare gioia, ma anche molta tristezza, perché in un certo senso è una sfera di cristallo che ti fa sbirciare nel futuro. Te lo dice chiaramente: vivrai gioie e dolori. Ci saranno sorprese belle e sorprese brutte.

Di sicuro, La tregua è stata per me una sorpresa molto bella.

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